Lo studio “Artificial cells drive neural differentiation”, pubblicato su Science Advances da un team di ricercatori dell’università di Trento, del CNR e dell’università dell’Alberta, dimostra che «mimi cellulari costruiti in laboratorio possono “parlare” con cellule neuronali viventi, inducendole a modificarsi. Questo approccio può avere risvolti molto importanti nell’impiego di cellule artificiali a scopi terapeutici».
Lo studio è frutto della collaborazione fra tre diversi gruppi di ricerca del Dipartimento Cibio dell’università di Trento: i laboratori di Sheref Mansy, Marie-Laure Baudet e Luciano Conti. I primi due sono stati entrambi vincitori del premio Career Development Award (CDA) della Fondazione Armenise Harvard, che ha finanziato la ricerca che ha sviluppato per la prima volta cellule artificiali in grado far differenziare i neuroni.
L’articolo completo su www.greenreport.it