Covid, la ‘variante inglese’ rimane di più nel corpo

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La ‘variante inglese’ del virus Sars-CoV-2 potrebbe avere una maggiore trasmissibilità rispetto alle altre perché questa ‘versione’ del virus rimane per più tempo nell’organismo, facendo sì che un paziente sia infettivo più a lungo. Lo suggerisce uno studio preliminare, ancora non pubblicato, dell’università di Harvard, condotto sui giocatori Nba, secondo cui l’attuale quarantena di 10 giorni non sarebbe quindi più sufficiente per limitare il virus.

L’analisi è stata condotta su 65 giocatori Nba positivi al virus che venivano testati ogni giorno durante il periodo di ‘bolla’ della scorsa estate in occasione dei playoff.

L’articolo completo su www.ansa.it